Strisce pedonali? Solo 1 minuto.

Breve Estratto

"un minuto è nulla se paragonato ad una vita" oppure a chi quel minuto gli dura da una vita. I disabili sono una mia priorità. Anche come battaglia quotidiana contro chi parcheggia sulle strisce o sui marciapiedi.

Quando mi sono rotto il tendine di Achille sono tornato ad avere le emozioni di quando ero ragazzo.
Ho avuto la fortuna di avere un padre disabile: con lui non ho mai fatto una corsa, una giocata a pallone o un bagno in mare, da bambino non mi chiedevo perchè. Stavo bene.
Da ragazzo invece ho inziato a lamentarmi verso il destino e mi chiedevo perchè io non potessi avere una vita uguale a tutti gli altri bambini: una vita normale.
Non mi sono mai accorto che con mio padre , in realtà, abbiamo iniziato a fare tante cose insieme: affrontare uno scalino, cercare un posto auto per disabili quando era previsto o un posto auto adatto ad un disabile quando non era previsto, stare in coda insieme.
Da ragazzo ho iniziato a capire che quando dovevo aspettare, che quando dovevo stare in coda, per me era insofferenza del tempo che perdevo mentre per lui era proprio sofferenza fisica.
Con il tempo ho capito a chi dare la precendenza.
Mentre mi lamentavo col Mondo in modo rabbioso, in realtà stavo imparando a starci meglio in questo Mondo.

Oggi c’è una frase che più di tutte mi colpisce, è la tipica risposta di chi sbaglia a parcheggiare sulle strisce o sul marciapiede e non lo vuole ammettere.
Può capitare di sbagliare, ci mancherebbe altro, e tutto si potrebbe chiudere con un semplice: “Mi scusi”.
Ma non è mai così semplice, l’arroganza si nasconde bene dietro alla frase:

“Un minuto! E che sarà mai un minuto!”.

Nulla è un minuto, se paragonato a chi quel minuto gli dura da una vita, a chi è intrappolato su una sedia a rotelle (che bello quando mio padre la chiamava la Ferrari, perchè era rossa e perchè con quella andava veloce) e deve aspettare che l’auto di turno si sposti o deve fare il giro di un intero quartiere per scendere da un marciapiede.
Già, perchè spesso non basta tornare qualche metro indietro, si scende dal marciapiede soltato dove è fisicamente possibile farlo.

Sono ottimista, tante cose sono migliorate: gli scalini sono pensati a scivolo, le barriere architettoniche da abbattere sono ormai una priorità.

L’inciviltà continua di chi mi circonda si può combattere, informando, parlando e facendo notare anche lo sbaglio.
La mia libertà inizia dove finisce la tua e viceversa.

Questo è quello che voglio portare in Consiglio di Quartiere: o io o chi per me.

Altre due soluzioni semplici per risolvere il traffico nel Quartiere 5

Non si ricordano i giorni, si ricordano gli attimi.
Cesare Pavese

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